venerdì 26 marzo 2010

Dipendenza da gioco

1. Il gioco d'azzardo patologico è considerato come una vera e propria forma di “dipendenza senza droga”. Sono presenti quattro sintomi fondamentali:
  • Coinvolgimento sempre crescente nel gioco d'azzardo 
  • Bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato 
  • Irrequietezza e irritabilità quando si tenta di giocare meno o di smettere 
  • Il soggetto ricorre al gioco come fuga da problemi o come conforto all'umore disforico (ad esempio, senso di disperazione, di colpa, ansia, depressione)
Quando perde il soggetto ritorna spesso a giocare per rifarsi
  • Il soggetto mente in famiglia e con gli altri per nascondere il grado di coinvolgimento nel gioco
  • Il soggetto compie azioni illegali per finanziare il gioco.
  • Il soggetto mette a rischio o perde una relazione importante, un lavoro, un'opportunità di formazione o di carriera a causa del gioco.
  • Confida negli altri perchè gli forniscano il denaro necessario a far fronte a una situazione economica disperata, causata dal gioco.
2. Il dott. Custer ha identificato sei diverse tipologie di giocatori:
  • Giocatori professionisti : si mantengono con il gioco d'azzardo che per loro è una professione. Non sono dipendenti dal gioco. 
  • Giocatori antisociali: attraverso il gioco d'azzardo ottengono denaro in maniera illegale; giocano con carte segnate o sono coinvolti in corse truccate. 
  • Giocatori sociali occasionali: giocano per divertirsi e per socializzare ed il gioco non interferisce con la loro vita. Vengono anche definiti Giocatori Sociali Adeguati. 
  • Giocatori sociali “seri” o costanti: investono tempo nel gioco che per loro rappresenta la principale forma di relax e di divertimento; sono in grado di mantenere il controllo sulla loro attività di gioco e non trascurano lavoro e/o famiglia. 
  • Giocatori per “fuga” e per “alleviamento” senza sindrome da dipendenza : riescono tramite il gioco ad alleviare sensazioni di ansia, depressione, solitudine e noia; più che una risposta euforica il gioco è per loro un potente analgesico che aiuta a non pensare alle difficoltà. Pur non essendo giocatori compulsivi, vengono anche definiti Giocatori Inadeguati senza Sindrome da Dipendenza. 
  • Giocatori Compulsivi con Sindrome da Dipendenza: non hanno più il controllo del gioco che è diventato per loro la cosa più importante; non possono più smettere di giocare indipendentemente dalla loro volontà e dal loro impegno. Famiglia, amici e lavoro sono negativamente influenzati dall'attività di gioco.

Slow Food

Lo statuto

Per lo statuto di Slow Food Italia sono scopi dell'associazione:

1. far acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo ed alla alimentazione;
2. individuare i prodotti alimentari e le modalità di produzione legati a un territorio, nell'ottica della salvaguardia della biodiversità, promuovendone l'assunzione a ruolo di beni culturali;
3. elevare la cultura alimentare dei cittadini e, in particolare, delle giovani generazioni, con l'obiettivo del raggiungimento della piena coscienza del diritto al piacere ed al gusto;
4. promuovere la pratica di una diversa qualità della vita, fatta del rispetto dei tempi naturali, dell'ambiente e della salute dei consumatori, favorendo la fruizione di quei prodotti che ne rappresentano la massima espressione qualitativa;
5. sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica verso le tematiche ambientali ed in particolare verso la salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni culinarie.


Terra Madre

Il progetto più importante portato avanti da Slow Food è Terra Madre - incontro mondiale delle Comunità del cibo, giunto nell'ottobre 2006 alla sua seconda edizione: cinquemila contadini, pescatori, allevatori di tutto il mondo che si riuniscono all'Oval di Torino per discutere di sovranità alimentare, difesa della biodiversità, diritto a un cibo più buono, pulito, giusto. Esso è la naturale evoluzione di progetti in difesa della biodiversità come l'Arca del Gusto (un censimento di prodotti alimentari locali minacciati dall'estinzione), dei Presìdi (progetti sul territorio che hanno lo scopo di sostenere concretamente questi prodotti) e il Premio Slow Food per la biodiversità.


Nel 2002, per sostenere questi e altri progetti nel sud del mondo, Slow Food ha promosso la nascita della Fondazione Slow Food per la biodiversità.
Il progetto Presidii di Slow Food nasce nel 1999 come naturale evoluzione dell'Arca del Gusto per il recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione. Anche se questa sorta di certificazione non è ufficiale (è assegnata da un comitato scientifico di Slow Food), i criteri di definizione sono simili a quelli di certificazioni come "Indicazione Geografica Protetta" IGP e "Denominazione di Origine Protetta" DOP, ma con un disciplinare di produzione molto più rigido. Il tentativo è di sostituire al criterio di una selezione dei prodotti fatta dagli organi pubblici, un riconoscimento che si basa solo sulla fiducia nella serietà delle scelte fatta da una Associazione internazionale.

La Fondazione Slow Food per la Biodiversità-Onlus difende la biodiversità alimentare e le tradizioni gastronomiche di tutto il mondo, promuove un'agricoltura sostenibile, rispettosa dell'ambiente, dell'identità culturale dei popoli e del benessere animale.
Figlia di Slow Food, ma con una propria autonomia statutaria, economica e amministrativa, finanzia i progetti realizzati per la tutela della biodiversità: l'Arca del Gusto, i Presidii e il Premio. Sostiene progetti in tutto il mondo, con un occhio di riguardo per i Paesi più poveri, dove difendere la biodiversità non significa soltanto migliorare la qualità della vita, ma garantire la vita stessa.
Il movimento Slow food è sostenitore di una agricoltura maggiormente compatibile, che, a loro parere, permette non solo una migliore qualità del cibo, ma anche una modalità di maggiori rese.


Le finalità

Slow Food nasce nella città di Bra, in provincia di Cuneo e si pone come obiettivo la promozione del diritto a vivere il pasto, e tutto il mondo dell'enogastronomia, innanzitutto come un piacere. Fondata da Carlo Petrini e pensata come risposta al dilagare del fast food e alla frenesia della vita moderna, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo.
Slow Food, attraverso progetti, pubblicazioni ,eventi e manifestazioni si è impegnata per la difesa della biodiversità e dei diritti dei popoli alla sovranità alimentare, battendosi contro l'omologazione dei sapori, l'agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. Attraverso la rete di associati che si incontrano, si scambiano conoscenze ed esperienze, Slow Food ha inteso fare del godimento gastronomico anche un atto politico, sottolineando come dietro a un buon piatto ci siano scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi.

L'uccisione degli albini in Africa

Una delle tragedie nascoste dell'Africa è quella degl'uccisione degli albini, specialmente quelli che vivono in Africa orientale (Tanzania e Burundi), che sono discriminati e in diversi casi uccisi. In Tanzania nel 2008 sono stati uccisi almeno una trentina di albini per non parlare delle persone che hanno subito amputazioni.
I circa 200mila albini della Tanzania vivono quindi in una situazione difficile, nonostante l'impegno dimostrato dal governo di proteggerli e di bloccare le attività criminali. Una situazione simile accade nel confinante Burundi, dove sono stati registrati 6 casi di albini uccisi.
Secondo la stampa burundese, le membra amputate agli albini sono vendute in Tanzania, dove vengono utilizzate per confezionare dei portafortuna usati dai cercatori d'oro. Per questo motivo gruppi di banditi attaccano le case delle famiglie tra i cui membri vi sono degli albini. Il fenomeno ha costretto le autorità locali ad avviare un programma per raggruppare gli albini in comunità protette.
Anche in altre zone dell'Africa gli albini, pur non subendo violenze come in Tanzania e in Burundi, sono discriminati. In senegalper esempio,vi è una forte diffidenza nei loro confronti: le persone evitano di sedersi accanto a loro nei mezzi di trasporto pubblico e vi sono casi di insulti nei loro confronti.
Alivello sanitario, gli albini non sono aiutati dalle autorità locali a procurarsi creme protettive, occhiali e altri ausili per proteggersi dal sole.Il cancro alla pelle è una malattia piuttosto diffusa tra gli albini africani, che protebbe essere prevenuta con mezzi adeguati.

La SLA

La S.L.A. chiamata anche “Malattia dei motoneuroni” che si riferisce ad un gruppo di malattie neurologiche che colpiscono le cellule delle corna anteriori del midollo e la corteccia motoria, da dove parte la via corticospinale. Se la malattia colpisce sia il primo che il secondo motoneurone si parla di sclerosi laterale amiotrofica (S.L.A.). Una variante della S.L.A., a prognosi più sfavorevole, è la paralisi bulbare progressiva, caratterizzata dalla paralisi rapidamente progressiva dei muscoli della mandibolae della faringe. La S.L.A è caratterizzata da atrofia muscolare evolutiva secondaria a lesioni degenerative dei motoneuroni e colpisce circa un individuo ogni 100’000, prevalentemente uomini di età media o avanzata ed è di tipo familiare nel 5% dei casi. I sintomi iniziali, causata dalla degenerazione del motoneurone periferico, sono solitamente costituiti da atrofia muscolare progressiva, inizialmente soprattutto a carico degli arti superiori con partenza dalle estremità distali, diminuzione della forza, fascicolazioni e disturbi della fonazione; generalmente. Nella S.L.A., a differenza della paralisi bulbare progressiva, i segni di compromissione dei nervi encefalici sono meno evidenti. Dopo circa un anno dall'interessamento muscolare si possono avere segni di degenerazione del motoneurone centrale e dunque spasticità ed iperriflessia, particolarmente agli arti inferiori, con riflesso plantare in estensione. L'elettromiografia è l'esame di laboratorio di maggiore utilità in quanto dimostra una normale conduzione del nervo anche in presenza di grave atrofia muscolare. Non esiste al momento attuale un trattamento specifico per la malattia dei motoneuroni ed i provvedimenti terapeutici devono essere prevalentemente rivolti al sostegno fisioterapico con tutte le manovre utili a consentire il mantenimento delle funzioni vitali. Il disturbo evolve progressivamente e la durata della malattia varia a seconda della presenza o meno di segni bulbari (La frase significa che se vi sono sintomi a carico della voce, della deglutizione, ecc., cioè che siamo in presenza di una malattia dei motoneuroni variante paralisi pseudobulbare anzichè variante SLA la prognosi è peggiore. Il tutto perchè si dice SLA quando in realtà si dovrebbe dire malattia dei motoneuroni e solo successivamente dire se è variante SLA (a prognosi migliore) o variante paralisi pseudobulbare (a prognosi peggiore). La sopravvivenza dei pazienti dipende dal mantenimento della funzione respiratoria e dalla protezione delle vie aeree, in quanto la causa più frequente di morte è rappresentata dalla paralisi respiratoria progressiva con broncopolmonite ab ingestis. Storicamente il decorso è sfavorevole vediamone una descrizione un pò meno scientifica.

giovedì 25 marzo 2010

Lo smemorato

Nell'ultimo numero di UUU compare un'intervista doppia della quale sono stato mio malgrado co-protagonista (Pascaaaaal, Andreaaaaa...!!!). In essa la memoria mi ha tradito alla domanda su una poesia preferita.
Ricordavo l'autore, Nazim Hikmet, ma non il titolo. Rimedio con un link: http://sites.google.com/site/profasara/extra-credit
P.S.: non si tratta DELLA preferita ma di UNA tra.

Mentielastiche su UUU

«Prof., scriverebbe un pezzo sul blog "Mentielastiche" da pubblicare sul giornalino?»
“Mai e poi mai”, penso lì per lì.
Non so se prevalga la pigrizia o la ritrosia. Mi ritrovo però a ripensare alla richiesta anche il giorno dopo.
Posso certo scrivere due righe sul blog — a proposito: andatelo a vedere su http://mentielastiche.blogspot.com — anche se ancora è come un neonato: non si può capire bene come sarà da grande. Iniziano ad esserci i primi interventi, certamente qualcuno è più interessante di altri, si vede anche, e subito, che c'è ancora tanto copia&incolla, ma c'è qualcos'altro che non è visibile al visitatore esterno.
Si tratta della curiosità e dell'impegno che pian piano stanno crescendo in alcuni alunni che pure in altri momenti sono, per così dire, pigri e anche un poco distratti da tanti, troppi, stimoli più coinvolgenti (!!!) dalla lezione del momento.
Alcuni chiedono: «Prof., ma posso inserire anche altri post? Anche su argomenti diversi da quelli che ci ha assegnato?».
La mia risposta è solitamente positiva; cerco solo di indirizzare il loro interesse verso temi che abbiano attinenza con gli argomenti principali già trattati in modo più tradizionale.
Sul blog in particolare non ho grande interesse a soffermarmi ulteriormente.
Mi interesserebbe piuttosto avere un riscontro sul web a questo post cartaceo su UUU che, per questo, in contemporanea con la distribuzione del giornalino, comparirà sul blog con i commenti aperti a chi è interessato al tema più generale dell'uso di simili tecnologie per affiancare la didattica tradizionale.
Sarebbe un ponte ideale per creare legami che intreccino lo spazio cartaceo, solido, rassicurante, del giornale stampato con il mondo dei bit, immateriale e mutevole ma non per questo meno reale e rilevante nel proiettare noi e ancor più i nostri studenti verso il futuro.
In aggiunta a queste righe che vi ritrovate tra le mani, nella controparte sul web vi saranno ulteriori link ad altri blog o siti realizzati/consigliati sia da professori che da alunni di questa scuola. Se l'elencazione iniziale dovesse risultare incompleta me ne scuso sin da ora. Si potrà anche qui ricorrere allo spazio dei commenti per suggerire ulteriori segnalazioni.
«Prof., prrooofffff.!!!», urla intanto qualcuno in mezzo al fermento generale degli ultimi minuti, «ma perché non si può più andare su Facebook?». E ancora: «Prof., non ce l’ho fatta a finire. Lo posso completare da casa?». Il mio «Ok, grazie» finisce quasi perduto, soffocato dal suono della campanella dell’ultima ora.


Il post con i link

Mentielastiche su UUU - la pagina dei link

Questa pagina verrà aggiornata con link a siti/blog/forum dei docenti o degli alunni del Liceo Scientifico Lorenzo Mossa di Olbia.
I primi sono autoreferenziali:

http://asprof.blogspot.com
un blog creato lo scorso anno scolastico (2008/09) con gli studenti delle Quarte A e B

http://sites.google.com/site/profasara/home
un sito che sto costruendo ma non ha ancora raggiunto la maturità

http://sites.google.com/site/bioevoluzione/home
un sito (anche questo work in progress) del Prof. Spano

...altri seguiranno a breve.
Inserite i vostri suggerimenti tramite i commenti.

lunedì 22 marzo 2010

Gli OGM

Ecco una cartellata di come gli OGM sono regolarizzati nel mondo. In Italia regna la più completa confusione, mantre in Irlanda ha recentemente vietato la produzione di qualsiasi alimenti geneticamente modificato, e il paese ha anche messo a disposizione un' etichetta OGM-free che può essere stampata sui prodotti di origine animale come carne, latticini, pollame, uova e latticini, pesce e crostacei che vengono allevati con mangimi senza OGM.

In una mossa che ha tante implicazioni per il commerciuo mondiale come avviene per l' agricoltura, l' Egitto ha vietato l' importazione e l' esportazione di OGM. Questo significache può non essere completamente liberati, ma è un mondo per controllare il fenomeno ed evitare di far m,angiare agli egiziani prodotti con una provenienza discutibile.

Molto più radicale il Giappone, il quale importa gran parte dei propri alimenti da Paesi ancora che esportano prodotti alimentari OGM come Australia, Stati Uniti e Canada. Ma i cibi che entrano in Giappone non devono essere OGM. Qelli li lasciano a quei paesi stessi. La maggior parte della soia e dei mais, due dei cibi più frequentemente modificati, che entrano in Giappone, sono accuratamente selezionati, in modo esplicito come " non-OGM ", uttilizzando sistemi di tracciabilità costosi, ma che tolgono tutti i dubbi.
Ed infine gli Stati Unit, dove è in corso una vera e propria battaglia tra le due fazioni. Un giudice del Missouri ha fatto chiarezza in una serie di leggi e regolamenti contraddittori con una sentenza che dona un pò d' ordine. Ha dichiarato illegittime alcune colture, e ha fatto chiudere 37 tra allevamenti e piantagioni OGM.

Rischi coltivazione e consumo OGM

Eventuali rischi legati alla coltivazione di piante transgeniche

Il flusso genico (gene flow) nell’ambiente avviene per tutte le piante, transgeniche e non, mediante la dispersione del polline (o dei semi) e rappresenta un’importante fonte di variabilità genetica su cui si è basata l’evoluzione. Vale la pena rilevare che questo è un evento frequente: molte piante coltivate hanno un sistema di impollinazione che consente, se non addirittura obbliga, l’incrocio (come il mais, molti fruttiferi, etc.). In altri termini, è una norma e non l’eccezione che polline di varietà differenti coltivate su campi confinanti scambino i geni delle rispettive varietà, senza che ciò costituisca un rischio nè per il consumatore nè per l’allevatore.Per quanto riguarda il rilascio nell'ambiente di piante geneticamente modificate tramite ingegneria genetica (PGM), il livello di imprevedibilità che lo caratterizza varia da specie a specie, dai geni inseriti e dalle caratteristiche del territorio.
Nel caso di PGM in cui il gene inserito proviene da specie interfeconde o affini, il livello di imprevedibilità non è diverso da quello atteso nel caso in cui il trasferimento genico avvenga per incrocio genetico classico. In caso di inserimento di geni provenienti da organismi tassonomicamente non vicini, invece, il livello di imprevedibilità potrebbe essere maggiore.Ci si deve quindi chiedere, caso per caso, quanto è probabile che un transgene passi stabilmente a una popolazione naturale e, in tal caso, quando la cosa è preoccupante?
A titolo esemplificativo si possono ipotizzare diversi livelli di rischio;

-rischio nullo: PGM il cui polline non è in grado di trasferire il gene esogeno introdotto (es. piante maschio-sterili o non recanti transgeni nel genoma del polline);
-rischio basso: PGM in cui è stato inserito un gene proveniente da varietà della stessa specie, (es. pomodoro PGM arricchito in licopene, sostanza già prodotta in pomodoro dai geni già presenti in questa specie) oppure PGM in cui è stato inserito un gene proveniente da specie diverse ma coltivato in zone dove non esistono specie selvatiche interfeconde (es. mais per la resistenza ad erbicidi coltivato in Europa dove non esistono specie selvatiche interfeconde);

-rischio medio: PGM in cui è stato inserito un gene proveniente da specie diverse, che non dia un vantaggio selettivo, rilasciate in ambienti dove esistono specie selvatiche interfeconde (es. colza per la sovrapproduzione di olio coltivata in Europa);

-rischio alto: PGM in cui è stato inserito un gene proveniente da specie diverse, che dia un vantaggio selettivo, rilasciate in ambienti dove esistono specie selvatiche interfeconde (es. colza resistente agli erbicidi coltivata in Europa).

E’ da notare che i rischi legati al flusso genico non sono limitati alle PGM. Infatti il trasferimento, non voluto, di resistenza ad erbicidi da una pianta coltivata ad un’infestante è un evento dannoso, sia se quest’ultima è stata prodotta per incrocio, sia se essa deriva da un trasferimento diretto; in proposito è importante ricordare che negli anni ’80 la resistenza all’atrazina si è diffusa in varie specie di infestanti attraverso il passaggio ad esse di un gene di resistenza inserito nelle piante coltivate mediante miglioramento genetico tradizionale.Oggi è disponibile una notevole quantità di dati relativi ai possibili effetti del gene flow. Un recente rapporto della Comunità Europea, riassumendo i risultati di una ricerca sulla biosicurezza delle piante transgeniche durata 15 anni (70 milioni di euro, 400 gruppi di ricerca), conclude (per accuratezza dell’informazione il testo è riportato nella lingua in cui è stato compilato): “Research on the GM plants and derived products so far developed and marketed, following usual risk assessment procedures, has not shown any new risk to human health or the environment, beyond the usual uncertainties of conventional plant breeding. Indeed, the use of more precise technology and the greater regulatory scrutiny probably make them even safer than conventional plants and foods; and if there are unforeseen environmental effects – none have appeared as yet – these should be rapidly detected by our monitoring requirements. On the other hand, the benefits of these plants and products for human health and the environment become increasingly clear” (http://biosociety.dms.it/Home_News.shtm).Sempre a proposito di impatto ambientale, il timore che le PGM possano prendere il sopravvento sulle piante “normali”, colonizzandone gli habitat naturali, è stato ridimensionato da uno studio condotto su quattro specie (colza, patata, mais e barbabietola da zucchero) fatte crescere in 12 differenti località per 10 anni. Questo studio ha dimostrato che in nessun caso le piante GM sono risultate più invasive o più persistenti delle loro controparti convenzionali (Crowley et al, Nature 409: 682-683, 2001).

Eventuali rischi legati al consumo di prodotti transgenici

I possibili rischi, legati al consumo di alimenti contenenti ingredienti derivati da piante transgeniche, sono riconducibili alla possibilità di trasferimento del transgene alla flora batterica intestinale, ed alla eventuale presenza di una proteina ricombinante allergenica.
Tutte le piante transgeniche attualmente coltivate e commercializzate contengono, oltre ad un gene esogeno, che conferisce loro particolari caratteristiche (ad esempio la tolleranza ad insetti o erbicidi), anche un “gene marcatore” che conferisce loro la resistenza ad un antibiotico. L’utilizzo di tale “marcatore” si rende necessario durante il processo di trasformazione, per distinguere le cellule vegetali trasformate (contenenti il transgene), da quelle non trasformate (prive del transgene). E’ stato ipotizzato che il consumo di alimenti di origine transgenica, potrebbe determinare il trasferimento del gene marcatore ai batteri presenti nell’intestino, che, di conseguenza, potrebbero sviluppare una tolleranza ad antibiotico. Di recente, tale possibilità è stata valutata direttamente nell’uomo (Netherwood et al., Nature Biotech., 2004, 22:204-209). I dati ottenuti, hanno evidenziato che la probabilità di sviluppare una flora batterica patogena resitente ad un antibiotico, in seguito al consumo di alimenti derivati da piante transgeniche è estremamente bassa. Questo è essenzialmente dovuto al fatto che il gene marcatore viene completamente degradato nell’apparato digerente.

Gli OGM


I PROBLEMI CAUSATI DAGLI OGM
Con il termine Organismo Geneticamente Modificato si intendono soltanto gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica.
Fin dalla loro scoperta gli OGM sono causa di molti dibattiti, questo perché: già quando l'uso della tecnica era confinato all'ambiente del laboratorio, si temeva ad esempio che batteri normalmente innocui potessero trasformarsi in patogeni pericolosi per l'uomo a causa dell'introduzione in essi di geni della resistenza agli antibiotici, o che li rendessero in grado di produrre tossine, o che li trasformassero in agenti cancerogeni.

I rischi rappresentati dagli OGM sono di due tipi: sanitari ed ecologici.

ECOLOGICI

Trasmissione del gene nuovo ad altre piante non modificate attraverso i pollini.
Crescita invasiva della popolazione modificata e difficoltà poi di eradicarla.
Rischi per l’ecosistema, derivanti dalla possibile pericolosità delle piante transgeniche verso gli altri microrganismi e organismi. E’ infatti possibile che una pianta resistente, ad esempio, ad un erbicida o ad un insetto, possa spostare gli equilibri che nell’ambiente si erano creati nel tempo.
Sviluppo di specie virali o di insetti parassiti, in aree coltivate a piante transgeniche, con caratteristica di resistenza.

SANITARI

Trasmissione all’uomo di resistenza agli antibiotici. Infatti il secondo gene introdotto negli OGM, detto gene “marker”, comporta la resistenza da parte del mais modificato a un antibiotico, l’ampicillina, e funziona come "marker", viene cioè utilizzato in laboratorio quando si eseguono operazioni di manipolazione genetica per sapere se l’esperimento è riuscito.
Pericolo di effetti tossici di prodotti alimentari derivati da OGM e aumento delle allergie. La presenza di uno o più geni artificialmente inseriti non comporta rischi intrinseci di tossicità in quanto il DNA non è di per sé tossico o allergenico essendo sempre costituito dalle stesse quattro basi (adenina, guanina, citosina, timina), ma comporta un’alterazione nella composizione chimica del prodotto finale rispetto a quello originale di riferimento; poiché ogni gene codifica una determinata proteina, è possibile che nuove proteine si formino e si ritrovino nel prodotto, sollevando di conseguenza problemi di tipo nutrizionale, tossicologico ed immunologico.
C’è la possibilità che proteine diverse dal consueto possano costituire degli allergeni, in grado cioè di determinare risposte immunitarie anomale con comparsa di reazioni allergiche.
Rischio di espansione di queste coltivazioni soprattutto nei Paesi poveri, causa la severa legislazione dei Paesi industrializzati, favorendo l’ingresso di monocolture, più esposte alle malattie e magari meno adatte alle esigenze delle popolazioni locali.
Nonostante questi aspetti negativi, gli OGM hanno caratteristiche positive e sono:

PRO
1) un OGM può crescere laddove un organismo simile originale non potrebbe (per esagerazione il grano nel deserto)

2) I geni modificati sono fatti da dna naturale, perciò nello stomaco si distruggono e non si possono creare effetti indesiderati negli anni futuri: non stiamo mica parlando di radiazioni!

3) un OGM non necessita di fertilizzanti

4) chi si oppone difende il cibo artefatto, gonfiato, lucidato, fertilizzato che tanto si è dimostrato dannoso!

5) Se ora lo dice pure il Papa (ispirato da Dio) deve pur essere vero

6) Anche le multinazionali hanno a cuore il problema della fame nel mondo


Resta quindi aperta la questione: OGM si o no???

A voi la sentenza!

Ingegneria genetica

In questo intervento tratteremo l'argomento riguardante l'ingegneria genetica,cioè la base
su cui nascono gli OGM...
http://it.wikipedia.org/wiki/Ingegneria_genetica

Daniele Satta

Finalmente ci sono!

GENETICA DELLA DROSOPHILA



La Drosophila ha 4 paia di cromosomi: una coppia X/Y e tre coppie autosomiche etichettate 2, 3, e 4. Il quarto cromosoma è così sottile che è spesso ignorato. Il genoma, che è stato interamente sequenziato, contiene 132 milioni di basi e approssimativamente 13.767 geni, tra questi ad esempio vi sono:

- Antennapedia (gene che controlla il posizionamento delle antenne dell'insetto)

Da un punto di vista genetico l'uomo e il moscerino della frutta sono abbastanza simili. Circa il 60% delle malattie genetiche conosciute si possono verificare nel patrimonio genetico del moscerino. E circa il 50% delle proteine della Drosophila hanno un analogo nei mammiferi. La Drosophila viene usata come modello genetico per varie malattie umane, inclusi i disturbi neurodegenerativi come il morbo di Parkinson, la corea di Huntington e il morbo di Alzheimer. La mosca viene utilizzata anche per studiare il meccanismo biologico del sistema immunitario, del diabete, del cancro e persino dell'abuso di sostanze stupefacenti.

Nomenclatura genetica

I geni che prendono il nome da alleli recessivi hanno l'iniziale minuscola, mentre gli alleli dominanti hanno l'iniziale maiuscola. I geni che prendono il nome dalla proteina prodotta hanno l'iniziale maiuscola. I nomi dei geni sono solitamente scritti in corsivo. La convenzione di scrittura dei genotipi è X/Y; 2nd/2nd; 3rd/3rd.

Nella comunità dei biologi molecolari la nomenclatura genetica della Drosophila è nota per i nomi fantasiosi associati alle mutazioni genetiche scoperte. Le mutazioni del lievito di birra o di altri organismi, microscopici e non, hanno solitamente nomi come "cdc4" e "cdk4"; nella Drosophila invece sono frequenti nomi come "cheap date" (letteralmente "appuntamento economico", una mutazione che rende il moscerino più sensibile all'effetto dell'etanolo) o "snafu" (una mutazione che provoca anomalie anatomiche grottesche).

I moscerini Drosophila normali mostravano un ritmo di attività e riposo coincidente grosso modo con il giorno solare (24 ore). I mutanti di Konopka e Benzer invece mostravano ritmi più rapidi o più lenti, e in alcuni casi del tutto irregolari: i moscerini mutanti riposavano ed erano attivi per periodi di tempo del tutto casuali. I lavori dei successivi 30 anni hanno dimostrato che queste mutazioni (e altre simili) interessano un gruppo di geni e di loro prodotti che formano un orologio biologico o molecolare. Questo orologio biologico è stato trovato in molte cellule del moscerino, ma quelle determinanti per il ciclo attività/riposo sono alcune dozzine di cellule nel cervello centrale della Drosophila.

Dipendenza da internet

Quando ti svegli la notte per controllare l'e-mail, quando si rompe il computer e quasi impazzisci, quando non ti va più di uscire di casa perché vuoi stare davanti al computer... a questo punto forse è arrivato il momento di farsi curare, perché quelli sopra descritti sono i sintomi dell'Internet Addiction Disorder, ossia del Disturbo da Internet Dipendenza.
Cantelmi (psichiatra e autore di molti libri) segnala due tappe del percorso che conduce alla Rete-dipendenza:

  • Fase Tossicofila: è caratterizzata dall'aumento delle ore di collegamento ad Internet, con conseguente perdita di ore di sonno, controlli ripetuti di e-mail e siti preferiti, elevata frequenza di chat e gruppi di discussione, idee e fantasie ricorrenti su Internet quando si è off-line;
  • Fase Tossicomanica: ad essa sono riconducibili collegamenti ad Internet estremamente prolungati, al punto da mettere a rischio la propria vita sociale, affettiva, relazionale, lavorativa o di studio.
I soggetti a rischio hanno un'età compresa tra i 15 e i 40 anni, hanno una buona conoscenza dell'informatica, spesso sono isolati per ragioni lavorative o geografiche e solitamente presentano problemi psicologici, psichiatrici o familiari preesistenti alla Rete-dipendenza (tra questi problemi spiccano solitudine, insoddisfazione nel matrimonio, stress collegato al lavoro, depressione, problemi finanziari, insicurezza dovuta all'aspetto fisico, ansia, lotta per uscire da altre dipendenze, vita sociale limitata).
I sintomi più frequenti sono: ansia, insonnia, depressione, alterazione del ritmo sonno-veglia, distorsione del tempo, alterata percezione di se stessi, disturbi della personalità, riduzione della capacità di relazione e del contatto con la realtà, la sfera affettiva e il lavoro, perdita della capacità di limitare il tempo trascorso in Rete, a danno di ogni altro impegno.
Questa dipendenza in Italia è nata nel 1997, tutt'ora è una delle più sottovalutate ma in realtà si è rivelata una tra quelle più diffuse sopratutto perche viene ingnorata.

Centro trasfusionale - Olbia

Una mattinata di marzo la mia amica Federica ed io, Simona, ci siamo recate al centro trasfusionale di microcitemia di Olbia per fare una ricerca accurata sulla vita dei talassemici e dei donatori, cercando di capire come potesse essere strutturato un luogo per curare determinate persone.
Appena arrivate ci hanno accolto due gentilissime segretarie, le quali ci hanno detto che i dottori sarebbero arrivati a momenti poiché impegnati con un paziente.
Inizialmente è arrivato il dottor Mulas che ci ha spiegato di avere un rapporto con i pazienti molto confidenziale, poiché, i medici devono assicurarsi che il donatore non abbia problemi o malattie infettive gravi; di conseguenza ci ha fatto visitare il reparto donatori e quello riservato ai riceventi. Successivamente ci siamo recate in un ufficio, nel quale c' era in dottor Zuccarelli che ha risposto con pazienza a tutte le nostre curiosità, facendoci capire che:
il "Centro Trasfusionale e Microcitemia" è nato ad Olbia nel 1977; in esso ci lavorano circa 30 individui fra cui infermieri professionisti, dirigenti medici, tecnici di laboratorio, operatori socio-sanitari, ausiliari e segretari. Il personale dovrebbe essere stabile, anche se molti sono "a tempo di stabilizzazione", per questo i medici cambiano frequentemente, anche se oltre ad avere una base di cultura generale, servirebbe personale con grande esperienza. Qui vengono curati anche pazienti affetti da patologie matologiche in generale, come la mancanza di ferro.

La sede di Olbia è uno dei centri di talassemia, per non dire il primo, più sviluppato in tutta la Sardegna; inoltre esso ha contatti internazionali, soprattutto via internet, e spesso i suoi medici vengono invitati a congressi internazionali.
Un passo importante è quello della sensibilizzazione, alla quale si lavora mediante il "progetto aquilone" e varie assemblee, tra cui quelle nelle scuole.
Questo centro ospita diversi pazienti, a partire dal più piccolo di appena due anni, al più grande di circa quarantacinque anni. Questi vivono una vita quasi normale, a parte il fatto che devono fare una cura quotidiana e delle trasfusioni ogni 15-20 giorni; in caso di emergenza ognuno di essi ha il numero di cellulare di ciascun dottore, ed entro le 20.00 può recarsi al centro.
Nonostante la talassemia non sia una malattia legata al sesso, sopravvivono di più le donne, perchè sono più disponibili alla cura.
Dopo averci dato tutte queste informazioni, i medici ci hanno accompagnate al piano superiore, dove ci hanno mostrato tutti i macchinari e le loro funzionalità: il refrigeratore (per il plasma), i separatori cellulari, bilance per la raccolta del sangue (che interagiscono con i computer specificando il peso, l'operatore e il ricevente), diversi frigoriferi, una macchina per mantenere in movimento il sangue etc.; vengono aggiornate ogni volta che c'è un miglioramento tecnologico, in questo le amministrazioni sono disponibili ad accettare le richieste fatte dal centro.

I numeri quantici e gli orbitali....

In questo intervento potete trovare un link su una pagina riguardante I numeri quantici e gli orbitali, da cui potete prendere spunto per i vostri studi.....