venerdì 23 aprile 2010

Cosmetici nei giovani

Nell’ultimo ventennio la figura del sesso maschile è cambiata, la tipologia dell’uomo rude, sporco senza cambiamenti è cambiata in un uomo attento alla cura del proprio corpo e alla propria bellezza. Tra i tanti cambiamenti che hanno coinvolto il mercato
della bellezza, uno dei più interessanti è la comparsa di nuove categorie di
consumatori, che hanno affi ancato quelle tradizionali, costituite da donne
giovani e di età media, nella frequentazione degli istituti di bellezza e dei
centri benessere. Tra questi nuovi gruppi di consumatori spiccano gli uomini,
le persone di età avanzata e, sempre più, la popolazione multietnica, clienti
che esprimono richieste precise sulla base delle loro esigenze.
Questo ampliamento dello scenario di consumo rende più complesso il lavoro
degli operatori del settore, che devono stare al passo con questo particolare
tipo di segmentazione, rispondendo con competenza ai bisogni espressi dalle
nuove fasce di mercato e adattando la comunicazione a seconda dei diversi
interlocutori.
La dimensione multietnica della società moderna ha favorito lo sviluppo della
cosiddetta etno-cosmesi, intesa da un lato come l’utilizzo di ingredienti
e prodotti provenienti da paesi lontani, dall’altro come lo sviluppo di cosmetici
dedicati a biotipi cutanei diversi dai nostri. L’industria cosmetica, in particolare
quella del make-up, deve rispondere con prodotti sempre più attenti a queste
nuove esigenze di colore, in grado di prestare grande attenzione alle proprietà
ottiche della pelle, agendo sulla luce di interferenza, dando uniformità
e naturalità al rifl esso luminoso, correggendo il colore nei casi di disomogeneità
e discromia e tenendo conto delle tradizioni estetiche e culturali del
consumatore di riferimento.
Le pelli nere, ad esempio, sono spesso caratterizzate da accumuli di
melanina, che determinano una certa disomogeneità cromatica.
In risposta a tale fenomeno, questi consumatori cercano prima di tutto dei
cosmetici dermo-schiarenti e poi dei prodotti che, agendo sul rifl esso
luminoso, uniformino il colore della loro pelle. Le labbra, generalmente carnose,
scure all’esterno e chiare all’interno, necessitano di rossetto e matita insieme;
per quel che riguarda gli occhi, si cerca di dare profondità allo sguardo,
utilizzando toni luminosi verso l’interno dell’occhio (oro, bronzo, verde, grigio)
e intensi verso l’esterno.
Le pelli asiatiche sono misto-oleose e caratterizzate dalla presenza di
emoglobina e carotenoidi che conferiscono quel tipico colore giallo dai rifl essi
rossi. Nella cultura asiatica, molto attenta alla cura della persona, il make-up
è percepito come un prolungamento dello skincare e deve sostanzialmente
correggere il rifl esso rosso (utilizzando basi chiare con punte di verde),
uniformare eventuali discromie (con prodotti dotati di forte attività coprente)
e normalizzare il valore idro-lipidico della cute. Una caratteristica particolare
delle razze asiatiche è l’occhio e per ridurre il gonfi ore palpebrale tipico
della “plica mongolica” si utilizzano tinte chiare e luminose.
Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi che testimoniano le problematiche
che emergono dal nuovo mercato cosmetico e impongono ai professionisti
del settore un continuo aggiornamento, anche se non è sempre facile reperire
le informazioni utili, in quanto gli eventi di formazione e i testi dedicati a questi
argomenti sono ancora pochi e spesso incompleti. L’ultima parola però sta al sesso femminile che, secondo le statistiche accetta più volentieri questa tipologia di uomo, anche se persiste ancora una buona percentuale a cui piace avere e tenere il proprio partner come mamma l’ha fatto.

I Gattici - Pascoli

E vi rivedo, o gattici d'argento,
brulli in questa giornata sementina:
e pigra ancor la nebbia mattutina
sfuma dorata intorno ogni sarmento.

Già vi schiudea le gemme questo vento
che queste foglie gialle ora mulina;
e io che al tempo allor gridai, Cammina,
ora gocciar il pianto in cuor mi sento.

Ora, le nevi inerti sopra i monti
,e le squallide pioggie e le lunghe ire
del rovaio che a notte urta le porte,
e i brevi dì che paiono tramonti
infiniti, e il vanire e lo sfiorire,
e i crisantemi, il fiore della morte.

Pascoli sentì come pochi il "vibrare" (e il significato nascosto) della Natura!
Ricollegandomi alla settimana della cultura, una dedica personale, poichè anche nella biologia esiste la POESIA!

Vulcani


Il vulcano è un rilievo formato da masse di rocce che derivano da un magma risalito dall' interno della terra e solidificato a contatto con l'ambiente esterno. La fuoriuscita di materiale viene chiamata eruzione e i materiali eruttati sono: lava, cenere, laplli, gas e vapore acqueo.
Un generico vulcano è formato da:



  • una camera magmatica, alimentata dal magma; quando questa si svuota in seguito ad un'eruzione, il vulcano può collassare e dar vita ad una caldera.

  • un condotto principale, luogo di transito del magma della camera magmatica verso la superficie.

  • un cratere sommitale, dove sgorga il condotto principale uno o più condotti secondari, i quali, sgorgando dai fianchi del vulcano o dalla stessa base, danno vita a dei coni secondari.

  • delle fessure laterali, fratture longitudinali sul fianco del vulcano, provocate dalla pressione del magma. Esse permettono la fuoriuscita di lava sottoforma di eruzione fessurale.

Esistono alcuni vulcani ancora attivi, per esempio il vulcano islandese Eyjafjallajkull che con l'eruzione del 14 Aprile 2010 ha provocato seri problemi alla navigazione aerea del nord-Europa.


Effetti sugli uccelli



Gli uccelli che attraversano la nube di cenere,prodotta dall’eruzione del vulcano nel sud dell’Islanda, «cadono a terra e muoiono»: lo hanno constatato due giornalisti del magazine online Iceland Review, che sono riusciti ad arrivare nella zona off limits dell’eruzione.
I due sono riusciti ad arrivare nell’area di mattina alle 5, dopo un lungo viaggio di diverse ore per aggirare strade interrotte o allagate. «La visibilità è prossima allo zero», riferiscono i due, costretti a fermarsi diverse volte in attesa che il vento spazzasse il muro di cenere che si trovavano di volta in volta di fronte.
Il sole si intravede appena attraverso le coltre nubi che circondano il vulcano in eruzione.
«Gli uccelli che volano attraverso la nube sembrano disorientarsi, poi cadono a terra morti. Un interno stormo di oche ha fatto questa fine», raccontano i due.
Questa è una stagione di migrazione per gli uccelli, che si dirigono appunto in Islanda.



Effetti sul clima


I vulcani rilasciano polveri nell'atmosfera e questo fa aumentare la riflessione della luce solare causando il raffreddamento. L'eruzione del vulcano islandese potrebbe darci un paio di anni di respiro, mantenendo la temperatura ai livelli attuali; se le polveri emesse dal vulcano islandese avranno quantità ed energia termica tale da bucare la tropopausa e finire nella stratosfera, potrebbero restre anche anni e determinare cambiamenti climatici più significativi.

L'alta quota e i suoi effetti sulla circolazione sanguigna


Perché i voli di lunga durata favorirebbero la trombosi?
La circolazione è a rischio in aereo perchè le persone rimangono sedute a lungo in uno spazio limitato e, se in classe economica, angusto, senza cambiare posizione e bevendo poco. Può capitare a chiunque mantenga per molto tempo la stessa posizione (compresi anche quelli che viaggiano in macchina dunque), ma è più a rischio chi viaggia in aereo perchè oltre a questo fattore si aggiunge la diminuzione della pressione atmosferica. queste condizioni, quindi, potrebbero favorire la formazione di un coagulo nel sangue che ostruisce le vene ostacolando la sua risalita verso il cuore.

Ci sono persone più a rischio di altre?
La trombosi venosa profonda si verifica spontaneamente sopratutto tra coloro che sono a rischio come gli anziani, le persone con patologie cardiache, chi ha precedentemente sofferto di trombi o ha subito da poco un intervento chirurgico, la donna in gravidanza o chi fa uso di pillola anticoncezionale, chi fuma o è obeso.

Quali sono i consigli per volare più sicuri in questo senso?
Sicuramente è opportuno alzarsi e muoversi almeno ogni ora. Se si sta seduti, è consigliabile cercare di tendere le caviglie e roteare i piedi per quanto si riesce perchè il movimento previene il ristagno del sangue. E' neccessario bere molta acqua prima e durante il volo per evitare la disidratazione e, se possibile, portare le calze elastiche che favoriscono la circolazione. se, però, si ha già sofferto di trombosi o si è una delle persone a rischio di incorrere in questo disturbo, è consigliabile chiedere al rpoprio medico di fiducia informazioni sulla possibilità di eseguire una profilassi con anticoagulanti prima del viaggio. a seconda dei disturbi e dei suoi stati di salute il medico valuterà come comportarsi.

Alopecia

L' alopecia è il fenomeno che colpisce solo alcune zone cutanee, con la caduta dei capelli o dei peli permanente o transitoria. In base all'entità dell'estensione della manifestazione, si dividono in:
-circoscritte, cioè una perdita del tutto il cuoio capelluto;
-universali, cioè la perdita di tutto l'ambito cutaneo.
Oltre alla perdita dei capelli raramente si mostrano altri sintomi associati come bruciore e prurito.
Si divide inoltre in due forme:
-quelle cicatriziali non sono sufficientemente studiate poichè è una malattia rarissima;
-quelle non cicatriziali sono state studiate più di 120 diverse specie di natura prevalentemente genetica. A seconda del sesso dell' individuo colpito ci sono alcune differenze:
-negli uomini la perdita si mostra inizialmente alle tempie o al vertice, da qui inizia quasi progressivamente fino a diffondersi ad una quasi totale calvizia;
-nelle donne l' origine si trova nelle regioni frontali, parietali e coronali ma è meno aggressiva della forma maschile, porta infatti ad un diradamento dei capelli.

martedì 20 aprile 2010

Prof! E' il link del video!!

http://www.youtube.com/watch?v=KYGwgzehf6c Grazie! Claudia e Fabriii

lunedì 19 aprile 2010

Pillola abortiva RU486

Questa pillola serve per l'aborto volontario. Dopo aver accertato che l'embrione è nell'utero, entro i 49 giorni riferirsi a un medico che somministra questa pillola di 200 mg, e causa l'aborto, se entro 2 giorni non avviene l'aborto il medico somministra prostaglandina.
Dopo dieci giorni bisogna riferirsi ad un medico o all'ospedale e vedere se l'aborto è stato eseguito. Questo tipo di pillola non può essere somministrata alle persone che: prestino allergia al mifepristone, insufficenza insurrenale, disordini emorragici o che sono in terapia con anticoagulanti o cortisone.
L'RU486 può creare: diarrea, nausea, dolori addominali, emorargie per un periodo dagli 8 a 10 giorni. con questa pillola per motivi medici bisogna stare 3 giorni ricoverati.la pillola abortiva RU486 contiene una sostanza chiamata mifepristone che serve a bloccare i recettori del progesterone, questa pastiglia è più conveniente dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico poiche è la donna che con delle pastiglie si causa l'aborto e non gli viene inserito nessuno strumento e non si ha problemi psicologici.la pillola ha un margine di errore di 1.2 %.

I Tornado

I tornado, o trombe d'aria, sono violenti vortici d'aria che si originano alla base di un cumulonembo ( nube a sviluppo verticale che si sviluppa in condizioni di instabilità atmosferica) e giungono a toccare il suolo. I tornado sono associati quasi sempre a temporali molto violenti, possono percorrere centinaia di chilometri e generare venti di 500 km/h. I tornado sono fenomeni meteorologici altamente distruttivi, nell'area mediterranea rappresentano il fenomeno più violento che si possa verificare.
Aspetto
Il tornado si presenta come un imbuto che si protende dalla base del cumulonembo fino al terreno o alla superficie marina. Il tornado che si verifica sulla terra ferma (la maggior parte), solleva una grande quantità di polvere e detriti che accompagna il loro moto fino alla dissipazione. Il diametro della base di un tornado varia dai 100 ai 500 metri, ma in casi eccezionali sono stati registrati tornado con diametro di base superiore al 1 km. L'altezza di un tornado può variare tra i 100 e i 1000 metri, in relazione alla distanza tra suolo e base del cumulonembo. I tornadi più violenti, tendono a presentarsi come imbuti con confini lineari, in generale i più deboli si presentano con una forma sinuosa che si assottiglia progressivamente con l'inizio della dissipazione.
Processo di formazione
Il processo di formazione di un tornado è legato a caratteristiche atmosferiche particolari. Le condizioni propizie per la formazione di cumulonembi si trovano negli ambienti fortemente instabili, caratterizzati da venti variabili a seconda dell'altezza e dalla presenza di una massa di aria calda e umida, sovrastata da quella fredda e secca ad un'altezza di circa 1500 metri. Nel caso l'aria a bassa quota venga costretta a risalire, a causa di perturbazioni e fronti d'aria, allora salendo si raffredda, si espande, innesca la condensazione e infine la formazione di una nube avente una base appiattita. A questo punto queste parti d'aria si riscaldano fino a una temperatura maggiore dell'ambiente, quindi acquisiscono la libertà di salire ulteriormente a una velocità elevatissima (250 km all'ora) formando un cumulonembo torreggiante. Quando queste parti d'aria riscendono dalla stratosfera si incanalano ai lati del cumulonembo dando luogo all'incudine del tornado.Normalmente un fenomeno temporalesco sviluppa dei moti ventosi al suo interno più o meno rettilinei; in alcuni casi, invece, il moto ventoso che genera il cumulonembo può dar vita a vortici, ovvero alla formazione di moti circolatori all'interno e all'esterno della nube. Questi vortici, in determinate situazioni, danno origine a tornado. La nascita dei moti vorticosi può avere cause molteplici: la più comune è che la turbolenza vorticosa sia originata dal contrasto tra la corrente ascensionale e quella discendente del temporale; in questo caso i tornado generati sono di norma di debole intensità e di breve durata. L'altra possibilità è che il moto vorticoso nasca insieme alla formazione temporalesca e ne determini lo sviluppo producendo al suo interno un sistema rotatorio e in questo caso si parla di mesocicloni. La formazione dei mesocicloni dipende dal fenomeno del windshear (vento variabile), una particolare circolazione atmosferica che si verifica solamente in presenza di venti variabili di intensità e direzione in quota progressiva. Queste condizioni stimolano lo sviluppo di moti rotatori in una zona di instabilità atmosferica, l'intensità dei temporali che si formano in presenza di windshear aumenta notevolmente. Un'altra condizione utile alla formazione di un tornado è la presenza di correnti fredde in quota (correnti a getto) che alimentano il moto convettivo del cumulonembo e ne stimolano la rotazione. Queste condizioni atmosferiche danno vita a temporali di notevole intensità, potenzialmente capaci di generare dei tornado. Il fenomeno tornadico ha origine nel settore ascensionale (updraft) di queste intense formazioni temporalesche, la cui circolazione (come quella dei venti del mesociclone) è antioraria nell'emisfero boreale e oraria nell'emisfero australe (per l'effetto di Coriolis). Al centro della colonna d'aria ascensionale si forma una notevole depressione con una differenza di gradiente barico tra centro e periferia, nel caso questa raggiunga valori notevoli (dai 20 ai 40 hPa) l'aria viene letteralmente risucchiata fino a raggiungere il suolo, con una corrente circolatoria concentrata che raggiunge altissime velocità.
Classificazione e distruttività
La distruttività di un tornado si calcola in base alla sua durata, velocità e intensità dei venti. I Tornado più distruttivi vengono generati dalle supercelle, cumulonembi mesociclonici di enorme intensità che si sviluppano tipicamente in determinate zone geografiche (in particolare in alcune zone degli Stati Uniti), dove le condizioni atmosferiche sono così intense (elevato windshare, forti correnti a getto in quota, grande differenza di valori igrometrici tra suolo e quota e contrasto termico elevato tra masse d'aria coinvolte) da generare tempeste di estrema potenza. Un tornado mediamente dura dai 5 ai 15 minuti, ma in alcuni casi, in relazione alla sua intensità, può arrivare a durare anche più di un'ora.Gli spostamenti del tornado oscillano tra una velocità spesso non costante compresa tra 30 e 100 km/h. La classificazione dei tornadi avviene in base alla rilevazione empirica dei danni causati secondo la Scala Fujita, dal nome del professore dell'Università di Chicago che l'ha ideata nel 1971. Come per i terremoti con la Scala Mercalli la suddivisione avviene per gradi di distruttività del fenomeno.
Ad ogni grado Fujita corrisponde un livello di distruttività. Si parte da 64-116 km/h che può danneggiare i rami degli alberi, sollevare le tegole dei tetti, fino ad arrivare a 420-512 km/h che rade al suolo ogni cosa che trova sul suo cammino fino ad eradicare le fondamenta di case ed edifici. In particolare, per la caduta di pressione atmosferica che viene a verificarsi durante il passaggio di un tornado violento (si stima di circa 100 hPa in pochi secondi) le strutture chiuse, per la differenza barica con l'esterno, esplodono letteralmente. I tornado più frequenti sono quelli compresi tra le classi F0 e F1, solo il 5% dei tornado è classificato come forte. I tornado devastanti (F4-F5) coprono una percentuale compresa tra 1% e lo 0,1%, e sono per questo molto rari.

SLA

http://www.youtube.com/watch?v=6xumGJXt77k

Intervento chirurgico del tumore al seno


Quasi tutte le donne con un tumore del seno, indipendentemente dallo stadio, subiscono un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati. Nei casi in cui ciò è possibile si ricorre alla chirurgia conservativa, cioè si salva il seno, ma si asporta tutta la parte in cui si trova la lesione. Questa tecnica è chiamata anche quadrantectomia perché in genere si toglie un quadrante di seno, e deve essere seguita da una radioterapia. Durante l'intervento, il chirurgo può anche procedere ad asportare i linfonodi dell'ascella. Per sapere se questi sono coinvolti si usa sempre più spesso la tecnica del linfonodo sentinella, cioè si identifica il linfonodo più vicino al tumore e, se questo risulta privo di cellule tumorali all'analisi al microscopio, non si toccano gli altri, altrimenti si procede allo svuotamento del cavo ascellare. Talvolta è necessario asportare più di un quadrante di seno: in questo caso si parla di mastectomia parziale o segmentale e anch'essa viene fatta seguire dalla radioterapia. Nelle forme iniziali di cancro (stadio I e II), la quadrantectomia seguita da radioterapia è altrettanto efficace dell'asportazione del seno. Forme più avanzate di cancro vengono trattate con l'asportazione dell'intero seno, secondo una tecnica chiamata mastectomia radicale modificata, che prevede l'asportazione della ghiandola, dei linfonodi sotto l'ascella, di parte o di tutto il muscolo pettorale e spesso anche della pelle sovrastante. Sia con la chirurgia conservativa e sia nel caso di mastectomia è possibile procedere alla ricostruzione del seno. Malgrado l'asportazione chirurgica del tumore, c'è sempre il rischio di una ricaduta dovuta a cellule microscopiche staccatesi dalla massa d'origine e sparse per il corpo. Per questa ragione alla maggior parte delle pazienti viene proposta una terapia con farmaci anticancro in grado di eliminarle. Anche nei casi iniziali di cancro, la chemioterapia è utile, può significare più anni di sopravvivenza. La radioterapia dura pochi minuti e va ripetuta per cinque giorni la settimana, fino a sei settimane di seguito. In genere il trattamento radioterapico può essere combinato a farmaci.

Asma allergica

L'asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree nella quale si trovano le cellule, in particolare i mastociti , gli eosinofili i e linfociti T. Nei soggetti predisposti, questa infiammazione provoca episodi ricorrenti di respiro sibilante, difficoltà respiratoria, senso di costrizione toracica e tosse. Questi sintomi sono di solito associati con diffusa ma variabile broncoostruzione reversibile dopo terapia con broncodilatatori o spontaneamente. L'infiammazione provoca anche un aumento della risposta delle vie aeree a numerosi stimoli più o meno specifici. L'attuale definizione di asma sottolinea il ruolo determinante dell'infiammazione nella genesi dei sintomi e delle alterazioni funzionali. Questo dato ha un risvolto terapeutico importante ponendo i farmaci antiinfiammatori come cardine della terapia dell'Asma. Capita spesso, peraltro, che nel linguaggio comune la parola "Asma" venga utilizzata come sinonimo di "dispnea" o "mancanza di respiro", anche se di origine completamente diversa dal vero asma bronchiale: ad esempio nella vecchia definizione dello scompenso cardiaco acuto si parlava appunto di "Asma Cardiaco" che nulla ha a che fare con l'infiammazione dei bronchi.