venerdì 9 aprile 2010
Sindrome di Ollier
Patate Ogm: per l’Italia è ancora “NO!”
Mentre Bruxelles dopo 12 anni di embargo decide di ammettere l’uso industriale dell’Ogm sulle patate, l’Italia dice nuovamente “No”! Ancora una volta è ferma e decisiva la decisione del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, riguardo all’utilizzo degli organismi geneticamente modificati nel nostro paese, un responso che vede riscontri positivi in quasi tutte le associazioni Agricole e non solo. L’imprenditrice Giulia Maria Crespi, consigliere dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, per esempio sostiene al 100% la decisione presa dal ministro Zaia, sostiene, infatti, mille argomenti contrari agli Ogm, uno dei principali dice essere la pericolosità di questi organismi nell’inaridire completamente i terreni coltivati, un prezzo troppo alto da affrontare per il nostro territorio sostiene l’imprenditrice. Ovviamente non mancano anche le note a favore degli Ogm, la più imminente è, infatti, quella del presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni che sostiene non vi possa essere nessun danno per l’uomo nella coltivazione delle patate modificate, aggiunge inoltre che ogni precauzione è ormai inutile poiché là dove vi sono attualmente coltivazioni Ogm, non sono stati registrati problemi di alcun tipo. Sembra insomma che la disputa tra associazioni favorevoli e contrarie debba durare in eterno, nel frattempo però, l’Italia dice nuovamente “No!”.
Il Diabete Mellito
Il suffisso mellito è stato aggiunto dall'inglese Thomas Willis nel 1675 per il fatto che il sangue e le urine dei pazienti avevano un sapore dolce.
La prima classificazione del diabete, prevedeva una distinzione sulla base dell'età, distinguendo diabete giovanile e diabete dell'età matura.
Un'altraclassificazione che in passato ebbe molta importanza fu quella che divideva la patologia in 4 fasi:
1 Diabete potenziale
2 Diabete latente
3 Diabete asintomatico
4 Diabete clinico
Nel 1979 il National Diabetes Data Group propose una classificazione, ripresa in seguito dalle piu grandi organizzazioni a livello mondiale.
Attualmente il diabete mellito si divide in diabete di tipo 1 e 2.
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmunitaria, che comporta la distruzione delle cellule del pancreas che si occupano alla produzione di insulina. Il processo distruttivo avviene a causa dell'intervento degli anticorpi chiamati self, che si ribellano contro le cellule del pancreas (insulari), quindi tutto cio produce altre cellule che distruggono quelle insulari.
Nel diabete di tipo 2, invece, c'è una resistenza da parte del tessuto muscolare all'azione dell'insulina che comporta un'iperglicemia e di conseguenza una produzione elevata d'insulina.
In questo diabete, oltre alla resistenza del tessuto muscolare, si verifica un declino (con il tempo) della funzione delle cellule pancratiche e con ciò avremo un aumento del peso corporeo e un'aumentata sintesi di trigliceridi.
Questo processo però si può ostacolare con la perdita di peso, quindi facendo molta attività fisica.
Una delle regioni italiane più colpite dal diabete è la Sardegna, infatti è la regione che presenta il più alto numero annuale di nuovi casi di diabete di tipo 1. L'incidenza annuale del diabete infanto-giovanile è di oltre 50 casi per 100.000 abitanti.