martedì 18 maggio 2010

C'è la presenza di acqua in altri pianeti?

L'acqua è una componente essenziale per la vita ed un composto relativamente comune e facile da ritrovare nell'universo, dato che coinvolge gli atomi dell'elemento più comune dell'universo stesso (l'idrogeno) ed un altro elemento, l'ossigeno, che viene liberato da molte stelle, come "prodotto di scarto" dell'evoluzione stellare. Troviamo quindi acqua, prevalentemente allo stato di ghiaccio o come vapore, in nubi stellari, nell'atmosfera di alcune stelle particolarmente fredde, nei pianeti che si vanno via via trovando attorno alle stelle ecc.
Nel nostro sistema solare l'acqua è stata ritrovata, oltre che sulla Terra, in corpi celesti quali comete, satelliti di Giove, ed in tracce più o meno significative su Marte o sulla Luna, anche se solo sulla Terra l'acqua risulta sottoposta ad un ciclo (con passaggi continui dallo stato solido-liquido-gassoso) che la rende utile per forme di vita come noi attualmente la conosciamo.
Gran parte dell'acqua presente nell'universo potrebbe essere un prodotto secondario della fase di formazione stellare. Le stelle, al termine della loro formazione, emettono un vento stellare particolarmente intenso, accompagnato dall'emissione di un grande flusso di gas e polveri; quando questo flusso impatta contro il gas residuo della nube molecolare, si generano delle onde d'urto che comprimono e riscaldano i gas.
L'acqua riscontrata all'interno delle nebulose in cui è presente un'attività di formazione stellare si è originata rapidamente a partire dal gas compresso riscaldato. Un "sottoprodotto" della fase di formazione stellare è la formazione di sistemi planetari, anche simili al sistema solare. In simili sistemi sarebbe possibile rintracciare acqua su corpi celesti non molto caldi, quali comete, pianeti e satelliti.
Nel nostro sistema solare, acqua allo stato liquido è stata rinvenuta (oltre che sulla Terra) sulla Luna. Concreta è la possibilità che acqua liquida sia presente anche al di sotto della superficie della luna di Saturno Encelado e della luna di Giove Europa. Sotto forma di ghiaccio, è stata trovata su: Marte (per lo più al polo nord) e nei satelliti di alcuni pianeti, tra cui Titano, Europa, Encelado e Tritone. È probabile che tracce di ghiaccio d'acqua si trovino sulla superficie lunare (ghiaccio lunare), sul pianeta nano Cerere e sul satellite di Saturno Teti. Ghiaccio sarebbe contenuto anche nell'interno di Urano e Nettuno e sul plutoide Plutone, oltre che nelle comete. Allo stato gassoso (vapore acqueo) è stata trovata su: Mercurio (3,4% nell'atmosfera e in alte percentuali nell'esosfera), Venere (0,002% nell'atmosfera), Marte (0,03% nell'atmosfera), Giove (0,0004% nell'atmosfera), Encelado (91% nell'atmosfera) e sugli esopianeti HD 189733 b ed HD 209458 b.
La presenza dell'acqua nell'universo viene considerata dall'esobiologia come un fattore chiave per lo sviluppo della vita in pianeti differenti dal nostro. Alla presenza dell'acqua si richiamano infatti molte teorie sull'origine della vita.

lunedì 17 maggio 2010

Gli incidenti stradali e le principali cause che li determinano

Lo stato fisico del conducente
Le statistiche purtroppo ci confermano che quasi tutti gli incidenti stradali sono provcati da manovre errate, ovvero dal comportamento non corretto del conducente e dal suo stato fisico. Ci sono tanti fattori che possono compromettere le buone condizioni psicofisiche: vediamone alcuni:

L'effetto alcool
È il nemico dichiarato di chi si mette alla guida di un veicolo a motore. Il tasso alcolemico consentito per guidare è dello 0,5 (chiarire cosa significa).
L’alcol ha un effetto sedativo e riduce la vigilanza. Crea euforia, rende più temeraria la guida, esagera la fiducia nelle proprie abilità, falsa la percezione delle distanze e della velocità.
       
Effetto velocità, suono e buio
Gli occhi vedono bene gli oggetti che si trovano dentro al campo visivo. Al di fuori del campo visivo, gli oggetti non sono immediatamente percepiti ed è necessario spostare lo sguardo per farli rientrare. L'ampiezza del campo visivo si riduce progressivamente con l'aumento della velocità. Se poi si passa da un locale illuminato al buio della notte per almeno 20 minuti si vede poco e male.

L'effetto sonno
Uno sbadiglio... e in soli 2 secondi di sonnolenza a 130 km/h si percorrono 72 metri senza alcun controllo!
Le statistiche sugli incidenti stradali indicano che fra le 4 e le 6 del mattino la possibilità che un conducente si appisoli è 10 volte superiore rispetto al resto del giorno.
E se poco caffè migliora le prestazioni, troppa caffeina fa perdere i controllo: il battito cardiaco si fa irregolare, le mani sono meno salde.

L'effetto droga
Le droghe, ma anche gli psicofarmaci, modificano il comportamento del cervello e dell'intero organismo e finiscono per causare l'effetto opposto a quello per il quale sono state assunte.

 * Oppiacei
Con questo termine sono indicati l'oppio e i suoi derivati, principalmente morfina ed eroina.
Effetti: diminuzione dei riflessi e deficit sensoriale. Fino a 6 ore dopo l'assunzione.

Le onde elettromagnetiche

La loro scoperta

La loro scoperta avvenne alla fine del diciannovesimo secolo, dopo che si era ipotizzato che la luce fosse costituita da onde elastiche ed è dovuta a James Clerk Maxwell (1831-1879) che ipotizzò la loro esistenza e al fisico tedesco Heinrich Hertz (1857-1894) che, per mezzo di alcuni esperimenti, verificò sperimentalmente al di là di ogni dubbio l'esistenza delle onde elettromagnetiche.

Cosa è un’onda elettromagnetica e dove si può trovare

L'onda elettromagnetica è una perturbazione naturale simultaneamente elettrica e magnetica che si propaga nello spazio e che può trasportare energia da un punto all'altro. Tale perturbazione è costituita dalla vibrazione simultanea di due enti immateriali detti campo elettrico e magnetico attorno alla loro posizione di equilibrio (che corrisponde all'assenza di perturbazione). Questa definizione nasconde, dietro la sua apparente astrusità, un ente fisico, in realtà, estremamente familiare della cui presenza facciamo continua esperienza nella vita di tutti i giorni. Sono onde elettromagnetiche:
· la luce emessa dal sole, da una lampada o da qualunque sorgente in grado di illuminare gli oggetti. E' ciò che chiamiamo la luce visibile;
· le radiazioni infrarosse emesse dal termosifone o dai nostri corpi per il solo fatto di essere ad una certa temperatura. Avrai sentito parlare (almeno nei film di spionaggio) di macchine fotografiche in grado di "vedere" la radiazione infrarossa;
· le microonde emesse dagli omonimi forni che utilizziamo per scaldare rapidamente le vivande;
· le onde radio per mezzo delle quali sono possibili tutte le moderne telecomunicazioni (radio, televisione, cellulari...);
· i famosi raggi ultravioletti ai quali dobbiamo molta della "tintarella" estiva;
· i famigerati raggi X utilizzati in medicina per la radiografia delle ossa;
· i raggi γ (esistono davvero!) che anziché essere sparati da improbabili armi di altrettanto improbabili alieni, sono radiazioni emesse nelle disintegrazioni nucleari ed estremamente dannose per i tessuti biologici.

Gli effetti delle onde elettromagnetiche sul nostro organismo

Sono ormai anni che si parla delle possibili interazioni delle onde elettromagnetiche sulle nostre cellule. Eppure l'uso dei telefoni cellulari, del WI_FI e di altri dispositivi simili è in costante crescita. Così come sono in costante crescita gli studi effettuati sulla pericolosità di tali onde, che secondo Henry Lai dell'Università di Washington-Seattle, sono almeno due o tre mila. Cerchiamo, allora, di fare un pò di chiarezza in merito. Iniziamo subito con uno studio del dott. Dirk Adang presentato il 23 Giugno 2008 presso la "Catholic University of Louvain" (Belgio). Lo studio ha riguardato 124 ratti (teniamo presente che i ratti hanno un materiale genetico per il 90% uguale a quello dell'uomo) sottoposti ad onde elettromagnetiche emesse da cellulari GSM, WI-FI, antenne telefoniche ecc. I risultati di tale studio sono stati preoccupanti: il tasso di mortalità (60%) dei 3 gruppi di ratti esposti alle radiazioni è risultato essere pari al doppio di quello (29%) del "reference group", cioè dei ratti non esposti ad alcun tipo di onda elettromagnetica. Passiamo ad una notizia tratta dal New Scientis e dal BMC Genomics - 2008. Alcuni scienziati hanno esposto 10 donne volontarie a radiazioni a 900 megahertz emesse da telefoni GSM per simulare una telefonata di un’ora. Successivamente hanno monitorizzato 580 differenti proteine nelle cellule della loro pelle e hanno trovato che i "numeri" di 2 proteine erano alterati in tutte le volontarie: in particolare una proteina era aumentata dell’89%, mentre l’altra era diminuita del 32%. Tale studio mostra in modo inequivocabile che le onde elettromagnetiche provocano dei cambiamenti all’interno delle cellule esposte a tali onde. Ovviamente, ad oggi , nessuno sa ancora con certezza quali effetti sulla salute provochino questi cambiamenti nelle proteine, cioè qual sia il significato fisiologico di questi cambiamenti.
Altro campanello d’allarme arriva da uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Bari dal titolo “Effects on function ho human lymphocytes exposed to electromagnetic fields with a frequency from 1500 to 2000 MHg”. In tal caso i ricercatori hanno irradiato linfociti umani per la durata di variabile di 5 e 10 minuti con frequenze da 1500 a 2000 MHz trovando che alla frequenza di 1800 si assiste ad una significativa riduzione dell’azione antibatterica delle cellule T. Ciò significa che l'esercito a difesa del nostro organismo, cioè i nostri globuli bianchi ci difendono meno, in quanto funzionano meno a causa dell'esposizione a microonde.
Esperimenti come questi, fatti x scoprire i rischi che si corrono nell’utilizzare frequentemente i cellulari e gli apparecchi che generano onde elettromagnetiche, sono tanti. Gli studiosi e gli scienziati di tutto il mondo si interrogano ancora su questo argomento, e ogni giorno fanno diversi esperimenti per scoprire gli effetti riportati dal nostro organismo nello stare a stretto contatto con questo tipo d onde.

La prima volta che si fa l' amore

Quanti di noi dicono che è difficile. Quanti di noi hanno testato che è davvero difficile. Per crescere bisogna imparare, per imparare bisogna sbagliare e spesso l'errore fa molto male. Il sesso è la tappa fondamentale della crescita, e la fonte di molti errori e rimpianti. La maggior parte degli adolescenti è circondata da molti dubbi sulla loro prima volta e per questo chiedono consigli ai loro amici che hanno già vissuto questa esperienza.
Spesso i nostri genitori ci dicono che la prima volta è importante e noi snobbiamo i loro consigli non rendendoci conto di quanto siano importanti. La prima volta deve essere speciale e non ci riferiamo solo al luogo o all'atmosfera ma alla persona con cui decidiamo di farlo anche se non sempre è quella giusta. Il sesso non è una corsa, non è una moda e non bisogna farlo solo perchè i nostri amici lo hanno già fatto. Secondo alcuni sondaggi l'età media in cui le ragazze iniziano ad avere rapporti sessuali è 14/16 anni, mentre per i ragazzi è 15/17 anni; anche se questi dati sono in continua diminuzione.

Infertilità maschile

Per gli uomini come per le donne è il caso di sottoporsi ad un esame di controllo della fertilità se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti atti al concepimento, non si sia ancora verificata una gravidanza.
È stato verificato che, diversamente a quanto si credeva un tempo, le cause del mancato concepimento in una coppia riguardano almeno nel 50% dei casi il soggetto maschile.
È da sfatare il mito quindi che l’infertilità sia prerogativa prettamente femminile, anzi.
L’infertilità maschile si suddivide in primaria e secondaria, quella primaria riguarda gli uomini che non abbiano mai ingravidato una donna, quella secondaria riguarda invece uomini che hanno già fecondato una o più volte in precedenza ma che allo stato attuale non riescono più a fecondare.
Molti uomini vivono condizioni esistenti, pregresse o temporanee di infertilità senza esserne minimamente a conoscenza, questo dovuto al fatto che solo il 10% degli uomini in età fertile fa visita ad un medico Andrologo.
Molte sono le cause dell’infertilità maschile come infiammazioni delle vie genito-urinarie trattate male, patologie prostatiche, traumi passati, patologie genetiche cromosomiche etc.
Bisogna inoltre ricordarsi le già citate influenze esterne: alcol, fumo e droghe ad esempio.
In tutto ciò non si deve scordare che anche alcune disfunzioni erettili posso essere determinate da una patologia clinica mai curata.
Se si sospetta un caso di infertilità si deve ricorrere ad una visita Andrologica, la quale non potrà fare a meno che considerare l’anamnesi del paziente per individuare le possibili cause dell’infertilità o per accertare che non ci sia un caso di conclamata sterilità.


FATTORI DI RISCHIO
Fra i fattori di rischio, temporanei o duraturi, che possono determinare uno stato di infertilità troviamo ad esempio la febbre che può alterare la spermatogenesi.
Quando un uomo ha avuto una febbre che abbia superato i 38,5° è possibile che fra i 2 e i 6 mesi successivi ci sia una temporanea infertilità.
La spermatogenesi può subire variazioni anche in caso si stia seguendo una cura per altre malattie, come ad esempio una cura tumorale.
Un fattore che può compromettere la spermatogenesi è anche dovuto all’utilizzo dell’anestesia generale o totale per un intervento.
Le già citate infezioni urinarie hanno un effetto decisamente negativo sulla produzione del liquido seminale, specie se tali infiammazioni sono correlate ad un qualche danno testicolare.
Le malattie veneree sono sempre un rischio per la fertilità, ma anche in seguito a malattie abbastanza comuni può presentarsi un periodo di momentanea infertilità: orecchioni, herpes, parotite; queste malattie possono concorrere alla diminuzione della fertilità specie se contratte in età adulta, in età infantile non comportano alcun rischio.
Chiaramente influiscono sul liquido seminale anche traumi e torsioni che non siano stati curati, o la ritenzione testicolare mono o bilaterale non curata.
Chiaramente queste sono indicazioni di massima, ma è bene avere ben chiaro che i componenti che possono determinare uno stato di non fertilità sono molti, e quando ci si rivolge ad uno specialista per la cura della fertilità è bene non trascurare alcun dettaglio.

Disagio giovanile

La fase adolescenziale è il periodo più difficile da tutti i punti di vista. Nel periodo compreso tra i 13-14 anni i ragazzi iniziano a bere chi più chi meno, iniziano a frequentare i bar, a giocare a carte e nell'età compresa tra i 15-16 iniziano a farsi le canne. Molti ragazzi dopo aver provato la canna non si accontentano e iniziano a voler qualcosa di più e provano la ketamina o la coca e poi passano alle pastiglie. Un altro momento brutto della fase giovanile è quando i ragazzi non riescono a controllare il loro istinto. Durante questo periodo sono capaci di tutto fanno le risse per sfogarsi però non riescono a capire che ci sono altri modi per sfogarsi per esempio fare qualche sport come il kick boxing o la box. si dice che nel periodo adolescenziale i ragazzi abbiano tutti i difetti di questo mondo.

Le fasi più frequenti durante il periodo adolescenziale sono l'emarginalità nel quale i ragazzi vanno a persone per esempio se una persona e di un altro stato tipo romania sono frequenti le risse poichè vengono considerati persone alquanto violente. Un altro tipo di disagio è la condizione economica della famiglia nella quale alcuni ragazzi vivono in case non proprio agevoli.

Molti disagi si creano dalla disattenzione dei propri genitori, oppure dal fatto che sono loro che prendono tutte le decisoni e non chiedono ai propri figli se gli può andare bene, da questo tipo di cose può nascere il bullismo che è molto frequente in questo periodo, anche il furto diventa frequente poichè i genitori non prestano attenzione a ciò che fanno i figli, i ragazzi come detto si vogliono sfogare nella violenza verso altre persone e l'unico modo per sfogarsi e usare le mani, molti ragazzi invece che usare le mani preferiscono toglersi la vita che vivere in un mondo trascurati da tutti, altri invece si deprimono e deprimendosi si chiudono in se stessi e non fanno trasparire niente, tutti questi tipi di persone, quindi tutti quelli trascurati non vanno a scuola e quindi applicano un linguaggio scurrile cioè poco correto. le ragazze ma anche dei ragazzi si danno all'anoressia, sentendosi così più belli ma anche considerati. Con questo testo abbiamo potuto capire che i ragazzi hanno bisogno di affetto e di essere considerati e non lasciarli alla vita reale nella fase adolescenziale.

Le vertigini

Si definisce vertigine una falsa sensazione di rotazione del proprio corpo (o della testa) oppure degli oggetti dell’ambiente circostante. E’ una sensazione illusoria spiacevole che provoca nausea, vomito, tachicardia e, a volte, diarrea.
La causa è un disturbo del "senso di orientamento" per un’alterata funzione dell’apparato dell’equilibrio. In alcuni casi le persone che soffrono di vertigini avvertono la sensazione di avere la testa confusa, deficit della vista momentanei, "formicolii agli arti" (parestesie), mal di testa.
Essi camminano come ubriachi.
Occorre sottolineare che le vertigini sono un sintomo e non una malattia e quindi si riferiscono a una disfunzione dell’apparato dell’equilibrio (o di sistemi cerebrali a questo connessi) causata da vari possibili fattori, quali:

- Colpo di frusta, come avviene, per esempio, in un tamponamento automobilistico.

- Artrosi cervicale, un lento processo degenerativo delle strutture ossee della colonna vertebrale (causato da scarsa attività fisica, traumi, scorrette posizioni lavorative)

- Malattia di Menière, caratterizzata da un aumento abnorme del liquido ("endolinfa") situato dentro le strutture del "labirinto membranoso" dell’orecchio interno. Si associa a diminuzione dell’udito (ipoacusia).

- Labirintiti, processo infiammatorio batterico o virale del labirinto membranoso (organo principale dell’equilibrio).

- Sindromi ansiose. Stress, strapazzi fisici, tensioni psicologiche, stati ansiosi, sono tutte cause non rare di vertigine. Molto spesso i soggetti ansiosi sperimentano una sensazione di capogiro, soprattutto in certe situazioni, che innesca la paura di perdere i sensi, la quale, a sua volta, incrementa il senso di vertigine a causa dell'involontaria iperventilazione polmonare. E' una condizione classica che porta ai cosiddetti attacchi di panico.

domenica 16 maggio 2010

La paura

Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine o l'esitazione sino ad una polarità patologica come l'ansia, il terrore, la fobia o il panico.
Il termine paura viene quindi utilizzato per esprimere sia una emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza.
L'esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa. Altre costanti dell'esperienza della paura sono la tensione che può arrivare sino alla immobilità (l'essere paralizzati dalla paura) e la selettività dell'attenzione ad una ristretta porzione dell'esperienza. Questa focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici, quasi perseveranti. La tonalità affettiva predominante nell'insieme risulta essere negativa, pervasa dall'insicurezza e dal desiderio di fuga.

Da dove nasce la paura?

Dai risultati di molte ricerche si giunge alla conclusione che potenzialmente qualsiasi oggetto, persona o evento può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre un'emozione di paura. La variabilità è assoluta, addirittura la minaccia può generarsi dall'assenza di un evento atteso e può variare da momento a momento anche per lo stesso individuo. Essenzialmente la paura può essere di natura innata oppure appresa. I fattori fondamentali risultano comunque essere la percezione e la valutazione dello stimolo come pericoloso o meno.
Le paure innate si originano da:
  • stimoli fisici molto intensi come il dolore oppure il rumore;
  • oggetti, eventi o persone sconosciuti dai quali l'individuo non sa cosa aspettarsi e neppure come eventualmente affrontare;
  • situazioni di pericolo per la sopravvivenza dell'individuo o per l'intera specie: l'altezza, il buio, il freddo, l'abbandono da parte della figura di attaccamento;
Esempi di paure tipicamente innate sono: la paura degli estranei, del buio, la paura per certi animali (ragni e serpenti), il terrore alla vista di parti anatomiche umane amputate.

Paure apprese
Riguardano una infinita varietà di stimoli che derivano da esperienze dirette e che si sono dimostrate penose e pericolose. Il meccanismo universale responsabile dell'acquisizione di paure apprese viene definito condizionamento, che può trasformare un qualunque stimolo neutro in stimolo fobico, mediante la pura associazione per vicinanza spaziale e temporale ad uno stimolo originariamente fonte di paura.

Come il corpo manifesta la paura?

La faccia della paura si manifesta in un modo molto caratteristico: occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. Questo stato di tensione dei muscoli del viso rappresenta l'espressione della paura che è ben riconoscibile anche in età precoce e nelle diverse culture. Uno stato di paura acuta ed improvvisa caratteristica del panico e della fobia, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, si ha quindi un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l'attacco. La funzione di questa staticità indotta dallo stimolo fobico sembra quella di difendere l'individuo dai comportamenti aggressivi d'attacco scatenati dalla fuga e dal movimento. Paradossalmente, in casi estremi, tale reazione parasimpatica può condurre alla morte per collasso cardiocircolatorio. Stati di paura meno intensi invece attivano il sistema nervoso simpatico, per cui i peli si rizzano, ai muscoli affluisce una maggior quantità di sangue e la tensione muscolare ed il battito cardiaco aumentano; il corpo è così pronto all'azione finalizzata all'attacco oppure alla fuga.

Quali sono le funzioni della paura e come si può guarire

La paura ha la funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme , preparando la mente e il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga. Inoltre, in tutte le specie studiate l'espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere un aiuto e soccorso. Se la paura viene estremizzata e resa eccessivamente intensa, diventando quindi ansia, fobia o panico, perde la funzione fondamentale e si converte in sintomo psicopatologico.
La paura, come abbiamo detto, ha un alto valore funzionale, finalizzato alla sopravvivenza. Per esempio, ricordarsi che quel tipo di animale rappresenta un pericolo perché aggressivo e feroce oppure velenoso, costituisce un innegabile vantaggio. Oppure, preparare il proprio corpo ad un furioso attacco o ad una repentina fuga può in certi casi garantire la sopravvivenza. Infine, anche uno stato di paralisi da paura può salvarci dall'attacco di un feroce aggressore che non attende altro che una nostra minima reazione. Quindi le cure contro la paura si rivolgono solo a quei casi in cui essa rappresenta uno stato patologico, come ad esempio attacchi di panico o di ansia di fronte ad uno stimolo assolutamente non pericoloso.