Una mattinata di marzo la mia amica Federica ed io, Simona, ci siamo recate al centro trasfusionale di microcitemia di Olbia per fare una ricerca accurata sulla vita dei talassemici e dei donatori, cercando di capire come potesse essere strutturato un luogo per curare determinate persone.
Appena arrivate ci hanno accolto due gentilissime segretarie, le quali ci hanno detto che i dottori sarebbero arrivati a momenti poiché impegnati con un paziente.
Inizialmente è arrivato il dottor Mulas che ci ha spiegato di avere un rapporto con i pazienti molto confidenziale, poiché, i medici devono assicurarsi che il donatore non abbia problemi o malattie infettive gravi; di conseguenza ci ha fatto visitare il reparto donatori e quello riservato ai riceventi. Successivamente ci siamo recate in un ufficio, nel quale c' era in dottor Zuccarelli che ha risposto con pazienza a tutte le nostre curiosità, facendoci capire che:
il "Centro Trasfusionale e Microcitemia" è nato ad Olbia nel 1977; in esso ci lavorano circa 30 individui fra cui infermieri professionisti, dirigenti medici, tecnici di laboratorio, operatori socio-sanitari, ausiliari e segretari. Il personale dovrebbe essere stabile, anche se molti sono "a tempo di stabilizzazione", per questo i medici cambiano frequentemente, anche se oltre ad avere una base di cultura generale, servirebbe personale con grande esperienza. Qui vengono curati anche pazienti affetti da patologie matologiche in generale, come la mancanza di ferro.
La sede di Olbia è uno dei centri di talassemia, per non dire il primo, più sviluppato in tutta la Sardegna; inoltre esso ha contatti internazionali, soprattutto via internet, e spesso i suoi medici vengono invitati a congressi internazionali.
Un passo importante è quello della sensibilizzazione, alla quale si lavora mediante il "progetto aquilone" e varie assemblee, tra cui quelle nelle scuole.
Questo centro ospita diversi pazienti, a partire dal più piccolo di appena due anni, al più grande di circa quarantacinque anni. Questi vivono una vita quasi normale, a parte il fatto che devono fare una cura quotidiana e delle trasfusioni ogni 15-20 giorni; in caso di emergenza ognuno di essi ha il numero di cellulare di ciascun dottore, ed entro le 20.00 può recarsi al centro.
Nonostante la talassemia non sia una malattia legata al sesso, sopravvivono di più le donne, perchè sono più disponibili alla cura.
Dopo averci dato tutte queste informazioni, i medici ci hanno accompagnate al piano superiore, dove ci hanno mostrato tutti i macchinari e le loro funzionalità: il refrigeratore (per il plasma), i separatori cellulari, bilance per la raccolta del sangue (che interagiscono con i computer specificando il peso, l'operatore e il ricevente), diversi frigoriferi, una macchina per mantenere in movimento il sangue etc.; vengono aggiornate ogni volta che c'è un miglioramento tecnologico, in questo le amministrazioni sono disponibili ad accettare le richieste fatte dal centro.
lunedì 22 marzo 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
è da finireeeeeee! alla prossima XD...
RispondiElimina