Lo statuto
Per lo statuto di Slow Food Italia sono scopi dell'associazione:
1. far acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo ed alla alimentazione;
2. individuare i prodotti alimentari e le modalità di produzione legati a un territorio, nell'ottica della salvaguardia della biodiversità, promuovendone l'assunzione a ruolo di beni culturali;
3. elevare la cultura alimentare dei cittadini e, in particolare, delle giovani generazioni, con l'obiettivo del raggiungimento della piena coscienza del diritto al piacere ed al gusto;
4. promuovere la pratica di una diversa qualità della vita, fatta del rispetto dei tempi naturali, dell'ambiente e della salute dei consumatori, favorendo la fruizione di quei prodotti che ne rappresentano la massima espressione qualitativa;
5. sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica verso le tematiche ambientali ed in particolare verso la salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni culinarie.
Terra Madre
Il progetto più importante portato avanti da Slow Food è Terra Madre - incontro mondiale delle Comunità del cibo, giunto nell'ottobre 2006 alla sua seconda edizione: cinquemila contadini, pescatori, allevatori di tutto il mondo che si riuniscono all'Oval di Torino per discutere di sovranità alimentare, difesa della biodiversità, diritto a un cibo più buono, pulito, giusto. Esso è la naturale evoluzione di progetti in difesa della biodiversità come l'Arca del Gusto (un censimento di prodotti alimentari locali minacciati dall'estinzione), dei Presìdi (progetti sul territorio che hanno lo scopo di sostenere concretamente questi prodotti) e il Premio Slow Food per la biodiversità.
Nel 2002, per sostenere questi e altri progetti nel sud del mondo, Slow Food ha promosso la nascita della Fondazione Slow Food per la biodiversità.
Il progetto Presidii di Slow Food nasce nel 1999 come naturale evoluzione dell'Arca del Gusto per il recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione. Anche se questa sorta di certificazione non è ufficiale (è assegnata da un comitato scientifico di Slow Food), i criteri di definizione sono simili a quelli di certificazioni come "Indicazione Geografica Protetta" IGP e "Denominazione di Origine Protetta" DOP, ma con un disciplinare di produzione molto più rigido. Il tentativo è di sostituire al criterio di una selezione dei prodotti fatta dagli organi pubblici, un riconoscimento che si basa solo sulla fiducia nella serietà delle scelte fatta da una Associazione internazionale.
La Fondazione Slow Food per la Biodiversità-Onlus difende la biodiversità alimentare e le tradizioni gastronomiche di tutto il mondo, promuove un'agricoltura sostenibile, rispettosa dell'ambiente, dell'identità culturale dei popoli e del benessere animale.
Figlia di Slow Food, ma con una propria autonomia statutaria, economica e amministrativa, finanzia i progetti realizzati per la tutela della biodiversità: l'Arca del Gusto, i Presidii e il Premio. Sostiene progetti in tutto il mondo, con un occhio di riguardo per i Paesi più poveri, dove difendere la biodiversità non significa soltanto migliorare la qualità della vita, ma garantire la vita stessa.
Il movimento Slow food è sostenitore di una agricoltura maggiormente compatibile, che, a loro parere, permette non solo una migliore qualità del cibo, ma anche una modalità di maggiori rese.
Le finalità
Slow Food nasce nella città di Bra, in provincia di Cuneo e si pone come obiettivo la promozione del diritto a vivere il pasto, e tutto il mondo dell'enogastronomia, innanzitutto come un piacere. Fondata da Carlo Petrini e pensata come risposta al dilagare del fast food e alla frenesia della vita moderna, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo.
Slow Food, attraverso progetti, pubblicazioni ,eventi e manifestazioni si è impegnata per la difesa della biodiversità e dei diritti dei popoli alla sovranità alimentare, battendosi contro l'omologazione dei sapori, l'agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. Attraverso la rete di associati che si incontrano, si scambiano conoscenze ed esperienze, Slow Food ha inteso fare del godimento gastronomico anche un atto politico, sottolineando come dietro a un buon piatto ci siano scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi.
venerdì 26 marzo 2010
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